29-30 Giugno 1-2 Luglio 2023 Ascoli Piceno

– Festival –

L’Associazione FaRe Fabbrica del Reportage presenta la terza edizione del Festival del Reportage, il tema da valorizzare rimane lo stesso: l’arte del racconto sul campo.

In un mondo del fotogiornalismo sempre più basato sulla rapidità, della produzione e del consumo, il Festival si propone, anche nell’edizione 2023, di dare spazio ai migliori professionisti della fotografia e del giornalismo audiovisivo che continuano a praticare il genere del reportage, stando sul posto e prendendosi i tempi giusti per realizzare i loro lavori.

Professionisti che producono quasi in controcorrente rispetto al mercato editoriale, nella convinzione che il reportage rimane lo strumento indispensabile per misurare con profondità e ampiezza di sguardo i fenomeni sociali e politici del nostro tempo.

Nel chiostro del​ Museo dell’Arte Ceramica, i nostri ospiti racconteranno i loro lavori, appositamente ripensati per questo evento. Parallelamente, si terranno workshop e laboratori su fotografia, radio e video making e un pomeriggio di letture portfolio. Presente anche una selezione di libri fotografici da sfogliare e acquistare.

Ingresso libero, prenota qui il tuo pass gratuito

– Ospiti –

HILDRING

Sofia Cherici/Federico Ambrosini | Multimedia

Nelle Isole Svalbard, il protettorato norvegese nel Mar Glaciale Artico, c’è un arcipelago fatto di ghiacciai, valli e tundre dove il centro abitato più a nord del mondo è diventato metafora della crisi della modernità. Una terra senza indigeni che ha ben poco in comune con la Norvegia dell’assistenzialismo statale o con il territorio indomabile delle distese translucide del polo; è la terra promessa per un mondo che fugge: qui non esistono cittadini ma uomini transumanti, il paesaggio si scioglie, le fondamenta delle case affondano e la globalizzazione ha trasformato una comunità mineraria in semplice meta turistica.

Per due mesi, la giornalista Sofia Cherici e il fotogiornalista Federico Ambrosini hanno convissuto con gli abitanti di Longyearbyen per poter raccontare la complessità di questo mondo insulare nell’Artico, un luogo spesso relegato dalla stampa internazionale a una narrativa prevalentemente climatica. Per andare oltre questa superficialità di rappresentazione, gli autori hanno delineato l’anatomia della città e dei suoi abitanti, in un racconto scritto e visuale che ne attraversa le composite crisi identitarie. Un racconto che scava le tombe e riesuma i morti, che parla di nostalgia e di mal d’auto, di miniere chiuse e di caccia agli orsi polari; ma che lo fa per parlare in realtà di qualcos’altro.

Sofia Cherici è una giornalista investigativa di base a Istanbul. È specializzata in longform e reportage multimediali. Racconta storie dal campo in vari formati per testate italiane e internazionali come La Repubblica e Al-Jazeera.

Federico Ambrosini è un fotogiornalista e videomaker freelance di Urbino. Dopo una carriera come fotografo commerciale, ha iniziato a collaborare con testate come La Repubblica e AFP France.

PERU, A TOXIC STATE

Alessandro Cinque | Fotografia

Il Perù possiede un’immensa ricchezza mineraria. È il secondo produttore al mondo di rame e argento, e uno dei principali di oro. Ma tutto questo non significa ricchezza diffusa per il Paese latino-americano. Lo sfruttamento, la povertà e il neocolonialismo, incarnato dalle grandi multinazionali occidentali e cinesi, penalizzano molte comunità indigene dell’arco andino. C’è, per di più, un impatto durissimo sulla salute e sulla sostenibilità: dall’avvelenamento delle fonti d’acqua allo sterminio del bestiame. Perù, A Toxic State è un viaggio di 6 anni e 20mila chilometri, in 35 comunità minerarie; un racconto sociale, economico, ambientale e politico dell’altra faccia dell’opulenza mineraria.

Alessandro Cinque è un fotoreporter con base a Lima, in Perù. Il suo lavoro esplora le questioni ambientali e socio-politiche dell’America Latina.

Le sue fotografie sono state pubblicate da New York Times, National Geographic, Wall Street Journal, Washington Post, The Guardian, Al Jazeera, 6Mois, GEO, Stern, Liberation e altre testate.

Ha esposto in Italia, Francia, Spagna, Stati Uniti, Russia e Perù. È tra i beneficiari del National Geographic Society’s Emergency Fund for Journalists (2021) e del Pulitzer Center on Crisis Reporting Fund (2021).

Nel gennaio 2023 ha pubblicato la sua prima fanzine, che raccoglie il suo lavoro sulle comunità indigene quechua degli ultimi sei anni. Nello stesso anno ha vinto il World Press Photo, nella categoria “Sud America, Storie” e il Sustainability Award ai Sony World Photography Awards.

LA FORZA DEL SILENZIO

Salvatore Esposito | Video

Gennaro e Maurizio sono due gemelli monozigoti ai quali è stato diagnosticato l’autismo all’età di circa un anno e mezzo. Questo ha segnato per Enzo e Antonella, i genitori, il cambiamento radicale della loro vita.

La continua tendenza all’isolamento, le crisi comportamentali e di pianto di Gennaro e Maurizio li hanno costretti a dure prove. Si perdono le energie, ma alla fine l’amore dei genitori per i figli prevale.

“La Forza del Silenzio”, prodotto nel 2016, è la storia di due gemelli autistici monozigoti e della loro famiglia, della loro sofferenza ma anche del sostegno dei genitori ai loro figli. È una storia di autismo e di amore.

“La Forza del Silenzio” ha vinto la Call per reportage audio e video indetta dal Festival del Reportage nella primavera del 2023.

Salvatore Esposito, fotografo documentarista, vive a Napoli. Ha cominciato a lavorare con la cronaca, in particolare seguendo per un quotidiano le notizie di criminalità organizzata.

Si è poi specializzato in progetti a lungo termine. Approfondisce temi come immigrazione, prostituzione ma soprattutto criminalità organizzata. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il Sony Award, l’NPPA Award, il Prix du Documentaire, il Terry O’ Neill Award, il Getty Grant e il POYi.

I suoi lavori sono stati pubblicati, tra gli altri, da Sunday Times Magazine, National Geographic, Vanity Fair, L’Espresso e Internazionale.

Nel 2014 gira il suo primo documentario, “La Cella Zero”, che denuncia una grande violazione dei diritti umani: gli abusi di alcuni poliziotti penitenziari sui detenuti nel carcere di Poggioreale. Il documentario è stato in concorso in sedici festival, ottenendo sei riconoscimenti.

YOU ARE NOT A SOLDIER

André Liohn | Fotografia

André Liohn arriva al Festival del Reportage per discutere dell’importanza del fotogiornalismo di guerra e delle sfide che comporta, presentando il documentario “You Are Not a Soldier” che lo vede protagonista e un’ampia retrospettiva del suo lavoro. Attraverso le sue fotografie, l’autore racconta storie nascoste evidenziando le conseguenze umanitarie dei conflitti, troppo spesso ignorate, lavorando affinché il fotogiornalismo di guerra abbia un impatto significativo sulla società moderna, spingendo alla riflessione e all’azione per promuovere la pace e la giustizia.

André Liohn lavora come fotografo e regista documentarista. Le sue immagini sono state pubblicate su Der Spiegel Magazine, The New York Times, Newsweek, The Guardian, El País, Le Point, Time, STATUS, Die Welt, Stern, A Magasinet, Estado de São Paulo, Folha de São Paulo. I suoi audiovisivi sono andati in onda su BBC, CNN, Al Jazeera English, RAI, NRK, ITV, SBT, Der Spiegel TV, RTL, France 24. In Libia, ha lavorato con la Croce Rossa Internazionale documentando il lavoro dei medici impegnati sui fronti di guerra. Nel 2012 le sue riprese sono valse alla Croce Rossa Internazionale il 16th Annual Webby Awards for the front-line. È l’ideatore del progetto “ADIL – Almost Dawn in Libya project: Photojournalism as a possible Bridge for Reconciliation”, con i fotografi Lynsey Addario, Eric Bouvet, Bryan Denton, Christopher Morris, Jehad Nga, Finbarr O’Reilly, Paolo Pellegrin e l’agenzia Prospekt Photographers.

Il 25 aprile del 2012, André viene premiato con la Robert Capa Gold Medal per la sua serie sull’assedio della città libica di Misurata.

CRACOLÂNDIA, UN QUILOMBO URBANO

Luca Meola | Fotografia

La parola portoghese Zumbi, che deriva dalla lingua Bantu Quimbundo parlata nell’Angola settentrionale, significa cadavere, fantasma o morto vivente. Così viene chiamato, in modo dispregiativo, chi fa uso di crack. Persone che deambulano giorno e notte per le strade della Cracolândia, la terra del crack, nel centro di São Paulo, in Brasile.

Zumbi ha anche un altro significato: è il nome dell’ultimo leader del Quilombo dos Palmares, una comunità autonoma formata nel XVII secolo da ex schiavi fuggiti dalle piantagioni brasiliane. I Quilombos erano territori marginali e periferici. In Brasile sono ancora oggi un simbolo di resistenza. Cracolândia è il più grande scenario di consumo a cielo aperto di crack di tutto il Sud America. Per molti abitanti di São Paulo è un male incurabile. Ma per i corpi che la abitano, in prevalenza corpi di persone di colore, è quilombo e comunità, con le sue particolarità e regole. Ed è casa; l’ultimo rifugio possibile.

Luca Meola, fotografo documentarista, laureato in Sociologia. Dal 2014 vive tra l’Italia e il Brasile. Il suo lavoro è stato esposto in festival internazionali e pubblicato su riviste in Italia e all’estero. È socio di CODICI Ricerca e intervento, organizzazione indipendente di Milano, e membro della comunità internazionale di storyteller Everydayprojects. Nei suoi reportage si occupa di corpi e territori marginali. Il suo progetto Cracolândia ha vinto il Premio Colonna al SI FEST, il primo premio all’Urban Photo Award di Trieste e il Prêmio Militão Augusto de Azevedo del Museu da Cidade di São Paulo.

BRASILE, IL TROPICO TRISTE

Tommaso Protti | Fotografia

Il progetto di Protti documenta la crisi ambientale e sociale che affligge l’Amazzonia, scardinando il facile cliché di una terra incontaminata abitata solo da popoli indigeni. L’Amazzonia, nel suo racconto, emerge al contrario come grande spazio depredato. Disboscamento, attività minerarie illegali, conflitti per la terra, narcotraffico e urbanizzazione lo svuotano e lo sviliscono.

Nella sua ricerca fotografica, c’è l’influenza dei concetti espressi dall’antropologo francese Claude Lévi-Strauss. E così, Protti cerca di catturare visivamente il senso di eterna decadenza e rovina che caratterizza il Brasile, un paese in continua costruzione, ma sempre immensamente fragile.

Tommaso Protti, fotografo, vive e lavora in Brasile da oltre un decennio. Collabora con varie testate, tra cui The Wall Street Journal e Le Monde, concentrandosi su progetti di lungo termine che esplorano le profonde disparità della società brasiliana, piegata da narcotraffico, povertà, devastazione ambientale e violenza: oltre 50mila gli omicidi che si contano ogni anno.

I suoi lavori, esposti alla Saatchi Gallery di Londra e alla Maison Européenne de la Photographie e in altri importanti spazi internazionali, hanno ricevuto numerosi premi. Tra questi, il Carmignac Photojournalism Award, il Picture of the Year International e il World Report Award.

JOURNEY TO THE LOWLANDS, FRA LA VIA EMILIA E IL WEST

Valeria Sacchetti | Fotografia

“Journey to the Lowlands, fra la via Emilia e il West” nasce da un progetto a lungo termine durato sette anni, cominciato dopo il terremoto del maggio 2012.

Con il passare degli anni la fotografa ha ampliato il progetto, allargando il perimetro dalle aree colpite dal sisma a tutta “la bassa”, le aree della pianura Padana sotto il livello del mare. Qui, un clima estremo: alluvioni nel periodo invernale, estati afose e molto umide. Un luogo che ricorda gli scenari western dei film, con cieli sterminati e chilometri di terra piatta. Immaginando di percorrere questi territori in treno, Valeria Sacchetti si è lasciata trasportare da queste atmosfere, mettendo insieme le storie di vita quotidiana degli abitanti che la popolano.

Valeria Sacchetti è una fotografa documentarista di Modena. Nel 1997 si laurea a Bologna in Storia presso la facoltà di Lettere. Dopo aver frequentato la scuola di fotografia Speos a Parigi, viaggia per diversi paesi realizzando reportage per giornali e riviste in Cile, Francia, Messico, Iraq e Bosnia. Nel 2016 pubblica con la casa editrice Artestampa il suo primo libro “Generazione resistente”, un lungo lavoro documentaristico sulla Resistenza modenese. Nel 2022 esce un secondo libro  “Journey to the Lowlands, tra la via Emilia e il West”, con l’editore Crowdbooks, lavoro che ha ricevuto numerosi premi tra cui l’Urban Book Award del Trieste Photodays Festival nel 2020.

FIUMI DI SPERANZA E LACRIME (MORIRE PER L’ACQUA IN AMERICA LATINA)

Nicola Zolin | Fotografia

In America Latina, difendere la terra e le risorse idriche è diventato ogni giorno più pericoloso. Secondo l’ultimo report di Global Witness, 1773 cittadini sono stati uccisi negli ultimi dieci anni per questioni relative all’ambiente. Nel mondo, ogni due giorni un ambientalista perde la vita: il 39% di queste vittime appartengono a popoli indigeni, un tributo enorme per gruppi che rappresentano appena il 5% della popolazione mondiale. Il progetto “Fiumi di speranza e lacrime” dà un volto a tre di queste lotte. In Guatemala, il popolo Maya Chuj ha combattuto per un decennio contro la presenza di una centrale idroelettrica promossa dal governo e finanziata in parte da fondi della cooperazione internazionale. Nell’Amazzonia brasiliana, una comunità quilombola ha visto le proprie foreste abbattute e le sorgenti d’acqua minacciate dall’espandersi delle coltivazioni di soia destinata all’esportazione. In Messico, il popolo Wixárika, continua a impegnarsi per la difesa dei propri luoghi sacri dalle concessioni miniere e dall’industria alimentare, che con le tecnologie anti-pioggia hanno contribuito a una siccità devastante nel deserto di San Luis Potosi.

Nicola Zolin è fotogiornalista e scrittore. Racconta i giovani cresciuti in sistemi autoritari in Medio Oriente, i migranti in rotta verso l’Europa, i conflitti ambientali tra i popoli indigeni in America Latina, le donne ai margini, i mondi utopici creati da individui visionari. Collabora da anni con il quotidiano olandese de Volkskrant. I suoi lavori sono apparsi su New York Times, Der Spiegel, Le Monde, Al Jazeera, Stern, GEO, Liberation, Foreign Policy, 6MOIS, El País, Courrier International, Vice News, La Repubblica, Il Corriere della Sera. Ha pubblicato “I passeggeri della Terra” (2017) per Polaris editore, “U paese è mondo intero” (2020) per Prospero editore e “Yunan”, autoprodotto.

– Programma –

GIOVEDÌ
29 GIUGNO

ORE 17

Inaugurazione mostra fotografica

“Cracolândia, un quilombo urbano”

di Luca Meola

Galleria d’Arte Contemporanea “O. Licini” | Corso Giuseppe Mazzini, 90

La mostra è realizzata grazie al contributo di

a seguire Inaugurazione mostra fotografica “Il reportage fotografico” in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Macerata

GIOVEDÌ
29 GIUGNO

ORE 21

Journey to the Lowlands, fra la via Emilia e il West

Valeria Sacchetti | Fotografia

Hildring

Sofia Cherici e Federico Ambrosini | Multimedia

Fiumi di speranza e lacrime (Morire per l’acqua in America Latina)

Nicola Zolin | Fotografia

VENERDÌ
30 GIUGNO

ORE 21

Cracolândia, un quilombo urbano

Luca Meola | Fotografia

La Forza del Silenzio

Salvatore Esposito | Video

Proiezione del video “La buona novella” di Sebastiano Luca Insinga (2018, 15’), menzione speciale alla Call per reportage 2023

SABATO
1 LUGLIO

ORE 21

Brasile, il tropico triste

Tommaso Protti | Fotografia

Il Premio Ponchielli. La fotografia italiana per raccontare il mondo

Federica Berzioli e Raffaele Vertaldi

Peru, A Toxic State

Alessandro CInque | Fotografia

DOMENICA
2 LUGLIO

ORE 21

You Are Not a Soldier

André Liohn | Fotografia

Proiezione del documentario “You Are Not a Soldier” (105’, 2021)

a seguire incontro con André Liohn

Ingresso libero, prenota qui il tuo pass gratuito

– Workshop –

Workshop con Antonio Faccilongo

Fotografia documentaria:
il progetto a lungo termine

Il progetto a lungo termine è una profonda e lenta immersione personale all’interno di una realtà sociale o ambientale seguendo il vissuto quotidiano dei protagonisti.

Durante il workshop verranno analizzate tutte le fasi di costruzione di un progetto fotografico: l’importanza della scelta della storia, la pianificazione sul campo, la ricerca dei contatti, la costruzione di uno stile iconografico coerente, la ricerca dei fondi, i premi e i vari strumenti per veicolare la storia.

Le lezioni si svolgeranno all’interno di un dibattito aperto stimolando i partecipanti a sviluppare proprie idee o affinare i loro reportage fotografici già in corso d’opera.

Attrezzatura richiesta: una qualsiasi fotocamera digitale, un pc portatile e un’unità usb.

Il workshop avrà sede operativa al Polo Culturale Sant’Agostino.

1-2 luglio 2023 | ore 10 – 13 / 15 – 19

Il costo del workshop è di 100 euro.

Termine iscrizioni: 24 giugno 23.59 CET

Per info, richieste o chiarimenti, scrivi a segreteria@festivaldelreportage.it

– Eventi –

LETTURE
PORTFOLIO

Fotografia

I fotografi Alessandro Cinque e Tommaso Protti, la coordinatrice editoriale Federica Berzioli e il photo editor Raffaele Vertaldi saranno a disposizione per svolgere letture portfolio.

Le letture si terranno presso il Polo Culturale Sant’Agostino.

1 luglio, ore 16.00 – 19.00

Durata: 20 minuti

Costo: 15 euro a lettura, 50 euro quattro letture

PRODURRE
UN VIDEO DOC

Video

La costruzione di un video reportage partendo dalla qualità delle immagini e dal legame con le persone e la storia da raccontare.

Il fotografo Salvatore Esposito, vincitore della call per reportage indetta dal Festival, condurrà questo interessante laboratorio di video documentario.

La partecipazione è gratuita. L’incontro si terrà presso l’auditorium del Polo Culturale Sant’Agostino.

30 giugno, ore 17.30 – 18.30

SHELFIE
CAFE

Libri fotografici

Per tutta la durata del Festival sarà presente uno stand con una selezione di libri di fotografia da sfogliare e acquistare a cura di Shelfie Cafe.

Presso il Museo dell’Arte Ceramica.

29-30 giugno, 1-2 luglio, ore 20.30 – 23.30

Partner e sostenitori

Sponsor tecnico

– Staff –

Direzione artistica

Ignacio Maria Coccia

Fotografo professionista, di Ascoli Piceno, è rappresentato dall’Agenzia Contrasto.

Pubblica su riviste italiane e internazionali, con un’attenzione particolare al territorio in cui vive e alle periferie europee. Due volte finalista al Premio Ponchielli, il principale riconoscimento fotografico italiano, assegnato dai photo editor delle principali testate del Paese.

Consulenza

Matteo Tacconi

Giornalista professionista, vive a Jesi (An) e lavora alla TGR Rai di Ancona dal 2021.

In precedenza ha prodotto reportage video, audio e scritti per varie testate, cartacee, online e radio-tv, con un focus speciale sull’Europa centrale e i Balcani. Vincitore del True Story Award 2021, premio internazionale per il giornalismo di qualità organizzato dalla rivista svizzera Reportagen.

Consulenza

Raffaele Vertaldi

Lavora nel campo della fotografia dal 2000, affiancando all’attività editoriale quelle di consulenza, progettazione e didattica.

Dirige il laboratorio di Cultura Visiva di ICON e insegna Photo Editing nel corso di Narrazione Visiva del CFP Bauer di Milano. Nel 2019-2020 è stato Visual Consultant per Domus, rivista internazionale di architettura, design e arte. Fin dal primo numero, e per dieci anni, è stato Photo Editor di IL, mensile di idee e life-style del Sole 24 Ore. Dal 2003 è membro del G.R.I.N. (Gruppo Redattori Iconografici Nazionale).

Social media manager

Sofia Cherici

Sofia Cherici è una giornalista investigativa specializzata in formati multimediali, reportage sul campo e giornalismo d’inchiesta. Attualmente vive a Istanbul, in Turchia, dove racconta storie dal campo e si occupa di casi legati a corruzione, ambiente e violazioni di diritti. I suoi lavori sono stati pubblicati in varie testate italiane e internazionali, tra cui La Repubblica, Al-Jazeera, Are We Europe e Irpi Media. Prima di intraprendere la carriera giornalistica, ha lavorato in Libia e Tunisia su progetti umanitari e di sviluppo.

Social media manager

Federico Ambrosini

Fotografo e videomaker freelance, si forma lavorando in campo pubblicitario per poi dedicarsi al giornalismo collaborando con diverse testate e agenzie di stampa internazionali tra cui AFP France, Green European Journal e Earth Island Journal.

Organizzazione

Laura Bagnoli

Appassionata di storia della fotografia e fotografia contemporanea, durante gli anni universitari si avvicina ad alcune realtà fotografiche in Romagna. Nel 2019 approda stabilmente a SI FEST (Savignano sul Rubicone, FC), del quale gestisce l’organizzazione. Parallelamente, partecipa a progetti volti a favorire rigenerazione urbana e imprenditorialità creativa giovanile (Ravenna, Rete Almagià).

– Dove/Contatti –

Il festival è promosso da:

FARE

Associazione FaRe
Fabbrica del Reportage
Piazza Cecco d’Ascoli 19
63100 Ascoli Piceno – Italia
Mobile: +39 347.1746331